Un grande cuore turchese

Simona e il progetto Una rete per Noi

Nella primavera del 2021, al suo quinto anno di liceo, Simona ha scritto un piccolo documento a conclusione di uno stage lavorativo di affiancamento nei lavori di organizzazione e intrattenimento attività della ludoteca dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, per l’alternanza scuola-lavoro.

Simo era paziente dell’ospedale da anni, come chiarisce fin dai primi passaggi, e nel febbraio dell’anno successivo avrebbe affrontato il suo secondo trapianto di midollo osseo:

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sorge sul colle del Gianicolo, uno degli angoli più belli di Roma, accanto alla chiesa di S. Onofrio, l’ultima dimora terrena del poeta Torquato Tasso (…). Dal 2016 è la mia seconda casa.

La relazione, dal titolo Il gioco in ospedale, racconta brevemente le attività in cui è stata coinvolta, soprattutto rivolte all’accoglienza e all’intrattenimento dei pazienti adolescenti del reparto di oncoematologia dell’ospedale Bambino Gesù.

In tutto il periodo di stage mi sono occupata delle attività ludico-ricreative insieme alle operatrici della struttura (…) . La fase più complessa e delicata è sicuramente quella del coinvolgimento, soprattutto nel contattare i ragazzi che da poco si confrontano con la malattia. Nei primi tempi del percorso si tende ad isolarsi dal contesto, si rifiutano i contatti e ci si riferisce unicamente ai genitori (…)

C’è l’esigenza, individuata dai referenti della struttura, di facilitare la conoscenza, la condivisione e la socializzazione fra ragazzi e ragazze che si scontrano con la malattia in un’età già complessa per definizione.

“Puntando sulla socialità inclusiva (…) – dice ancora Simona – occorre subito mostrare che non si tratta di scuola come dice il cartello, che non esiste alcuna costrizione e che al contrario c’è possibilità di divertirsi, nonostante tutto quello che c’è intorno.
Si sente l’entusiasmo, la consapevolezza di affrontare un tema importante, ma soprattutto il desiderio di occuparsi degli altri.

La mattina presto, quando arrivo in ospedale, faccio il giro delle sale d’attesa e delle stanze, per chiamare i ragazzi presenti quel giorno. Ci raduniamo nella stanza riservata alla scuola: si tratta di un ambiente molto colorato e luminoso (…). Molto spesso devo affrontare problemi di lingua e differenze culturali: ci sono arabi, indiani, venezuelani, russi, cinesi e ovviamente italiani. In questi casi scelgo attività semplici, che si possano spiegare a gesti o con il traduttore di Google, il che si rivela un’ulteriore occasione di divertimento.

Ci sono poi le difficoltà legate alle terapie ed alle questioni mediche in generale. Ma nonostante tutto, quegli incontri, quel conoscersi spizzicato, tra silenzi, gesti, parole strappate al traduttore automatico, sorrisi, erano ossigeno puro per Simona. Con tutta la carica dei suoi quasi 19 anni, saltava giù con un guizzo dalla macchina all’ingresso degli ambulatori, e si avviava spedita – in una delle centinaia e centinaia di giornate consumate in day hospital – per andare a raccogliere i suoi ragazzi.

(..) mi è stato richiesto di trovare un gioco che si potesse adattare ad ogni età, che fosse facilmente comprensibile, (…) che fosse divertente. Sfruttando la mia passione per i giochi da tavolo, ho adattato “A fake artist goes to New York” della Oink Games, in modo da poterlo giocare solo con un foglio di carta e qualche pennarello. Il successo è stato incredibile: il gioco si è così diffuso tra i ragazzi che lo richiedono tutt’ora ogni giorno.

Questo entusiasmo è sfociato di lì a poco nel progetto Una rete per noi, che Simo ha fortemente voluto, ha sentito suo, ne ha disegnato il logo e a cui ha partecipato finché ha potuto. Annalisa del Savio, pedagogista e referente del progetto, mi fece notare tempo fa che Il gruppo WhatsApp su cui si parlano tutt’oggi i ragazzi del progetto è stato creato da Simona.

Nel video qui di seguito Annalisa racconta a Radio Vaticana la volontà e l’impegno di Simo nella nascita dell’iniziativa.

Il video completo del programma radiofonico che racconta le motivazioni e la nascita del progetto Una rete per noi è disponibile qui, sul canale YT di Radio Vaticana.

Il 6 novembre 2024 si è tenuto l’incontro di chiusura del secondo anno di attività del progetto. Oltre agli operatori e ai ragazzi coinvolti direttamente, hanno partecipato le associazioni artefici della splendida iniziativa che occorre ricordare sono:

  • La casa di Davide
  • Il porto dei piccoli
  • Associazione Bambino Gesù
  • Oscar’s Angels Italia

Su richiesta di Annalisa Del Savio, all’incontro abbiamo contributo anche noi de La scelta di Simona con il video che potete vedere qui.

Simona vedeva il suo futuro nel donarsi. Ne avevamo parlato più volte in famiglia: sarebbe rimasta in ospedale a lavorare, voleva dedicarsi agli altri. Ormai aveva deciso ed in qualche modo ci sarebbe riuscita, non c’è alcun dubbio.
Se c’era una cosa che non le mancava, questa era la determinazione.

Ho vinto la mia naturale riservatezza, diventando più estroversa per avvicinare i ragazzi e convincerli ad unirsi al gruppo. In questo modo ho capito che spesso il rifiuto è solo un’arma di difesa contro la difficoltà del momento. Presentare le attività e condurre il tavolo mi hanno spinto a vincere la mia timidezza nel rapporto con ragazzi e bambini di età diverse.
Anche l’esplorazione delle possibilità di gioco per scegliere cosa fare, come intrattenere senza lasciare nessuno indietro, mi ha insegnato qualcosa.

Nel rapporto uno a uno, in situazioni in cui il dolore e la paura alterano tutto, la differenza tra il successo e il fallimento può essere un piccolo sorriso e il premio per la vittoria un grande semplice cuore turchese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *